ORIENTAMENTO SCOLASTICO E SCELTA DELLA SCUOLA SUPERIORE: UN PERCORSO DI CRESCITA.
02/10/2025
Ogni anno, per gli studenti che frequentano la terza media, arriva il momento di una decisione importante: la scelta della scuola superiore. A 13 anni, però, trovarsi di fronte a una scelta così impegnativa può spaventare, perché non si tratta solo di decidere dove proseguire gli studi, ma anche di fare i primi passi verso il futuro e la costruzione della propria identità.
Questa decisione arriva infatti in una fase delicata della vita, l’adolescenza, un periodo di grandi cambiamenti sia fisici che psicologici. I ragazzi iniziano a sviluppare nuove capacità di pensiero, come il ragionamento astratto e l’elaborazione di ipotesi, ma queste competenze si consolidano del tutto solo più avanti, intorno ai 18 anni (Piaget, 1970). Per questo motivo, domande come “Cosa voglio fare da grande?” risultano spesso premature e mettono in crisi: i sogni e i progetti sono ancora possibilità aperte, non ancora concrete certezze.
La difficoltà della scelta è amplificata dalla vasta offerta formativa: licei, istituti tecnici, professionali, con percorsi sempre più articolati. In questo scenario, il dubbio non è un segno di debolezza, ma una risorsa preziosa. Avere incertezze significa mettersi in discussione, farsi domande ed esplorare diverse strade. È proprio in questo processo che nasce la possibilità di una scelta più consapevole.
Fare orientamento, infatti, non significa semplicemente informarsi sulle scuole disponibili, ma partire da sé: dai propri interessi, passioni, attitudini ed esperienze. Conoscere se stessi è il primo passo, al quale va affiancata la conoscenza del contesto, delle opportunità offerte dal territorio e delle prospettive future. È importante anche ricordare che la scelta non è irreversibile: se un percorso non si rivela adatto, è sempre possibile cambiarlo.
Un ruolo centrale in questa fase lo hanno la famiglia e la scuola. Genitori e insegnanti rappresentano punti di riferimento fondamentali: il loro compito non è quello di decidere al posto dei ragazzi, ma di sostenerli, stimolarli a riflettere e accompagnarli verso una decisione autonoma e consapevole (Palmonari, 2011). Le aspettative altrui, così come i pregiudizi e gli stereotipi, possono diventare trappole che limitano la libertà di scelta: per questo è importante mantenere aperto il dialogo, senza forzature.
La scelta della scuola superiore porta inevitabilmente con sé emozioni contrastanti. Da un lato ci sono ansia, paura di sbagliare, senso di smarrimento. Dall’altro, emergono energie vitali come la curiosità, la voglia di imparare, il desiderio di affrontare nuove sfide e di costruire un futuro migliore. È proprio questa alternanza di paure e speranze che rende il percorso di orientamento un’occasione di crescita personale.
In questo processo, figure professionali come lo psicologo e il pedagogista possono essere di grande aiuto. Lo psicologo accompagna i ragazzi a integrare aspetti pratici e motivazioni profonde, aiutandoli a trasformare la domanda “Cosa vuoi fare da grande?” in un momento di ascolto di sé e delle proprie potenzialità (Super, 1990). Il pedagogista, invece, attraverso colloqui di orientamento, aiuta a far emergere attitudini, motivazioni e punti di forza, sostenendo il ragazzo nella costruzione di un progetto formativo coerente con la sua identità e le sue aspirazioni.
In definitiva, orientarsi significa imparare a conoscersi, a esplorare il mondo e a fare scelte responsabili, sapendo che non esiste una “scelta giusta” assoluta, ma il percorso più adatto a ciascuno in quel momento della vita. La scelta della scuola superiore non è solo un atto formale, ma un passo importante verso l’autonomia, la responsabilità e la costruzione del proprio futuro.
La Dott.ssa Lucia Pirovano
Pedagogista, Consulente DSA